ANNO 14 n° 118
Su Viterbopost.it Belcolle, la prigione di ''Danielino''
Viaggio nel reparto dov'è richiuso l'ultras che avrebbe ucciso Esposito
27/06/2014 - 02:30

Della brutta vicenda legata a Ciro Esposito ormai si sa praticamente tutto. La morte del giovane ultras, a seguito di quella folle sparatoria romana, riecheggia ancora nell'intero Stivale. Emblema di un movimento sportivo pallonaro che sarebbe da rivedere non solo nell'undici Nazionale. Ma anche, e soprattutto, nelle radici quotidiane legate alle tifoserie e alla politica (estrema) che entra letteralmente in campo.

Comunque. Oggi pomeriggio a Scampia i funerali del napoletano. L'appello dei familiari a chiudere qui la pratica. A non cercare vendetta. Perché significherebbe perdere due volte. E nel frattempo il presunto assassino, Daniele De Santis (detto 'Danielino', fede giallorossa e passato burrascoso) viene trasportato a Viterbo. A Belcolle. Per motivi, chiaramente, legati alla sicurezza. Il policlinico Umberto I di Roma non dà sufficienti garanzie in questo senso.

Il De Santis è bloccato in ospedale da quel giorno lì, il 3 di maggio. Finale di Coppa Italia. Dopo i suoi colpi di pistola, la rincorsa all'uomo ed il pestaggio. Gira voce ci possa rimettere una gamba.

Al che però il dubbio che sale è un altro: perché proprio Viterbo? Belcolle è una struttura molto in discussione negli ultimi tempi. Tra Pronto soccorso in panne e personale ridotto all'osso. Come mai? In verità all'interno del mostro di cemento piazzato verso San Martino da una decina di anni troneggia un reparto silenzioso ma incredibilmente all'avanguardia

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